In uno show
E’ un viaggio alla scoperta della musica classica in cui il pubblico, condotto per mano da una guida d’eccezione, vive una vera e propria esperienza per “magia e note”. La formula è quella già collaudata con successo del concerto-spettacolo: una soluzione scenica che parla al grande pubblico, avvicinandolo con facilità alla musica classica. E’ un grande progetto nazionale. Un modo innovativo di proporre il concerto che diventa così per tutti: facile, dinamico e coinvolgente. Si legano così in un’unica formula spettacolo, musica e divulgazione culturale.
Il progetto nasce da un’idea di Arturo Brachetti condivisa dall’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, con l’intento di fondere la musica classica con elementi teatrali comici e d’effetto: un concerto che unisce due mondi, da vedere e ascoltare.
L’obiettivo è valorizzare e divulgare la musica classica, divertendo il pubblico grazie alla resa in “forma visiva”. Si raggiunge così un target differente (più ampio, popolare e giovane), non avvezzo alla consuetudine culturale del concerto classico. Il concerto è stato inserito nella stagione dell’ OSN 2012/13, 27,28,29 maggio, realizzata presso l’Auditorium Rai di Torino, e programmato su RAI5 e RAI3 in diverse occasioni
Il Pierino e il Lupo di Arturo Brachetti è un’edizione sorprendente della nota fiaba-concerto musicata da Prokofiev.
Attraverso la magia di Arturo Brachetti, con la complicità dell’orchestra e gli inserti multimediali, lo spettatore vive un’esperienza divertente e coinvolgente, che lo trascina con facilità nel mondo della musica classica.
Nella sala le luci sono soffuse e sul palco, un‘orchestra illuminata dalla luce del tramonto aspetta il maestro. Si sentono gorgoglii di stagno, folate di vento e cani che ululano in lontananza. È un’atmosfera da serena campagna russa di fine giugno.
Da un treno a vapore, “scende” sul palco il maestro. Spazientito come se mancasse qualcuno, dà il la e l’orchestra comincia la marcia.
Ed ecco che da fondo sala arriva il compositore Prokofiev trafelato (Arturo Brachetti), su una vecchia bici. Ha con sé una cartella di spartiti musicali che perde un po’ per strada, distribuisce ai musicisti, li getta al pubblico, ne fa aeroplani… cerca consensi ma nessuno gli da retta.
Sull’ultima nota, la magia: Prokofiev si gira su se stesso e diventa Arturo. Brachetti saluta il pubblico, coinvolge direttamente gli spettatori e spiega loro che, se si vuole ascoltare quest’opera, bisogna aver il cuore leggero come quello dei bambini. Da qui comincia a raccontare la favola…
I personaggi, rappresentati dagli strumenti musicali, entrano in scena. Brachetti li fa vivere attraverso effetti e trucchi sorprendenti: dalle ombre cinesi alle proiezioni video in cui il narratore “entra ed esce”, dagli schizzi d’acqua sul pubblico all’uccellino (un fazzoletto blu) che vola sulle teste degli spettatori… fino alla cattura del lupo!
Nella parata finale, Arturo si trasforma con la sua tipica velocità straordinaria, interpretando tutti i personaggi della fiaba in un insieme dinamico che coinvolge artista, orchestrali e pubblico.
I disegni e le animazioni di Pierino e il Lupo sono realizzati dal vivo dall’artista Andrea Aste.
La seconda parte più ludica, della durata di circa 60 minuti, è un divertissement musicale in cui Arturo mattatore racconta la musica, gioca e dirige l’orchestra, ironizzando su tutto il mondo della musica classica.
Inizia con un pezzo da virtuoso del violino cercando disperatamente di portare a termine l’esecuzione della celebre rapsodia di Litsz. Nello stile di un cartoon vivente, con un susseguirsi di gags visive, Arturo viene continuamente interrotto da una terza mano che cerca di rubare l’archetto e procura diversi intoppi.
A questo punto Arturo spiega al pubblico che una delle cose più importanti nella tradizione concertistica, è l’entrata in podio del direttore. Da qui parte una carrellata di diversi tipi di direttori che, ricalcando alcuni stereotipi classici, aiutano il pubblico a comprendere i diversi stili: il tedesco autoritario, il francese raffinato, l’americano sperimentale, e così via.
Tra un numero e l’altro, in un breve intermezzo video, Arturo ci mostra una sua interpretazione in chiave “musicale” del celebre Carosello con alcune simpatiche parodie.
Il momento più poetico dello spettacolo porta la musica tra le stelle. Arturo dipinge con la sabbia su un tavolo luminoso, rappresentando tutti e 12 i segni zodiacali accompagnato dall’esecuzione della meravigliosa St. Paul’s Suite di Gustav Holst da parte dell’orchestra.
Arturo è ormai un direttore d’orchestra titolato e si appresta a esprimere il suo “talento” dirigendo in diverse maniere un tormentone musicale: “O che bel castello marcondirondirondello”.
Ma lo fa in diversi stili e trasformandosi nei più celebri compositori: Mozart, Verdi, Chopin, Rossini e Offenbach, prenderanno vita sul palcoscenico, tra l’orchestra e le proiezioni sullo schermo.
Sull’interpretazione in stile can can di Offenbach, si conclude con un finale spettacolare uno spettacolo denso di sorprese e colpi di scena.
Il materiale e gli impianti sono indicativi e potrebbero subire variazioni a
seguito del sopraluogo in teatro.